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03
01
2018

Saluto di Ennio Buongiovanni

MERAVIGLIA SERGIO

Caro Sergione, eh no, per il prossimo 6 gennaio, giorno del 61º Campaccio, per quell’evento da cui hai preso il nome – perché tu sei sì il signor Sergio Meraviglia, ma sei anche il signor Campaccio -non pensare di non sederti al tavolo della presentazione, di metterti in ultima fila tra il pubblico, di non prendere la parola, di defilarti, di nasconderti dietro una colonna, di dire “non posso” o “non ci sono” o addirittura “non sono capace” e scuse di questo genere. E così in quel prossimo 6 gennaio, quando saremo sul campo di gara, non pensare di sgattaiolare di qua e di là e non costringere questo e quello a domandare “hai forse visto Sergio? Non riesco a trovarlo!” ben sapendo che tu ci sei, e come che ci sei! E così non pensare di non effettuare tu in persona la premiazione degli atleti che saliranno su quel glorioso podio.

Eh sì, caro Sergione, è arrivato il momento: tutti noi siamo certi che per quel prossimo 6 gennaio sarai seduto al tavolo della presentazione tra il presidente Pastori e il sindaco Cecchin, certi che finalmente prenderai la parola e farai un lungo discorso raccontando passato presente e futuro della tua creatura, il Campaccio, appunto. Così come siamo certi che il giorno della gara ti farai vedere da tutti, che parlerai al microfono in campo e a quello della Rai. Basta nasconderti, caro Sergio, ormai non puoi più ingannare nessuno. Basta timidezza, basta semplicità, basta modestia. Ormai ti sei scoperto, ormai sei in prima fila, già oggi tutti ti vedono, tutti ti ascoltano.

Tutti noi sappiamo quanto hai dato al Campaccio e alla Sangiorgese: tanto, tantissimo, di più, almeno quanto si può dare a un figlio. Sì, perché il Campaccio per te che l’hai cresciuto e custodito con smisurato amore è come un figlio per il quale si è disposti a dare tutto, anche la vita.

Ma tutti noi sappiamo che se tu non ci fossi, il Campaccio non sarebbe più il Campaccio. È per questo che adesso ti confermiamo in coro forse più che mai il nostro incondizionato apprezzamento e la nostra gratitudine per il tanto che hai fatto da svariati decenni e sino ai giorni nostri per la causa dello sport nel nome del Campaccio.

Ed è anche per questo che ti assicuriamo che sarai sempre con noi, certi di vederti sorretto da quell’entusiasmo, da quella passione, da quella vitalità costruttiva che fanno di te una figura esemplare. Siamo certi che anche tu non vorrai lasciarci per nessun motivo e che potremo contare sempre su di te. Personalmente posso dirti che ho conosciuto uomini di tante parole ma di pochi fatti, così come ho conosciuto uomini di poche parole  ma di tanti fatti. Ecco, caro Sergio, lasciami dire che tu appartieni alla schiera di quelli che i fatti li hanno fatti – scusa il bisticcio di parole – li fanno e li faranno.

Grazie di tutto, amico Meraviglia.

 

Ennio